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29 settembre 2007

Rimozione biciclette


Dall'inizio dell'anno a Firenze sono state sequestrate dalla polizia municipale oltre 1100 biciclette che si trovavano in divieto di sosta: legate ad un palo o lasciate sui marciapiedi.
Il recupero del ciclo, tra carro attrezzi, deposito e sanzione per il divieto si sosta, costa più di 200 Euro, una cifra spesso di gran lunga superiore al valore della stessa bicicletta che, rimanendo per 18 mesi nella depositeria prima di essere demolita, grava pesantemente sulle casse di Palazzo Vecchio. Inoltre, la depositeria comunale si trova sul viadotto dell'Indiano ed anche se i proprietari dei mezzi decidessero di ritirare il ciclo sequestrato non potrebbero fare autonomamente ritorno a casa poichè sul viadotto non è possibile andare in bicicletta.
Si tratta di una politica contraddittoria da parte del comune che da un lato cerca di agevolare l'utilizzo della bicicletta per ridurre l'inquinamento e snellire il traffico ma che dall'altro, rende la vita difficile ai ciclisti. Questi si difendono dicendo che il comune ha voluto risparmiare sull'acquisto delle rastrelliere e quelle poste a Firenze sono difficoltose da usare e non garantiscono la sicurezza poichè è possibile legare i cicli soltanto alla ruota, facilitando il compito dei ladri. Non gli si può dare torto considerando che Firenze per i parcheggi delle biciclette ha speso mediamente 50 Euro a posto mentre ad esempio Verona ha speso 150 Euro per ogni posto. Inoltre a Firenze esistono soltanto 3000 posti nelle rastrelliere a fronte di circa 15000 ciclisti.
Palazzo Vecchio replica asserendo di voler incentivare l'utilizzo di questo mezzo di trasporto, ed infatti è prevista a breve la realizzazione di ulteriori piste ciclabili, ma allo stesso tempo è necessario combattere il degrado della città rimuovendo i mezzi che possono creare fastidio ed intralcio ai cittadini.